Filologia macchinale

 
                                                                                   
Il termine “filologia macchinale” da qualche decennio è stato usato per riferirsi a quel settore di ricerca che, all’interno della storia della tecnologia si occupa dello studio e della ricostruzione di modelli, reali e virtuali, delle macchine e delle tecnologie tramandatici attraverso i documenti e i reperti archeologici del passato. La filologia macchinale nasce come un settore di ricerca multidisciplinare che unisce le competenze tradizionali degli storici a quelle avanguardiste dei tecnici che insieme consultano e interpretano le fonti della storia della tecnologia allo scopo di comprendere e spiegare macchine e processi tecnici del passato
                                             
IMG_0150.jpg

Il disegno tecnico nel Rinascimento

Riferendosi ai disegni di macchine rinascimentali è stato sottolineato come questi siano essenzialmente dei “ritratti” privi di valore progettuale nel senso moderno del termine e che, quindi, devono essere letti come schemi di funzionamento e non come progetti esecutivi. Per quanto veicolo di informazioni tecniche importanti la loro traduzione in un modello funzionante richiedeva un’interpretazione e un’integrazione con tutti quei dettagli che facevano parte della pratica costruttiva senza i quali la macchina non avrebbe potuto funzionare.

Questi disegni costituiscono un riassunto visivo delle parti essenziali di un progetto le cui coordinate quantitative, anche se vaghe e incomplete, dipendevano ancora in maniera esclusiva, o quasi, dal linguaggio verbale. Questo, per fare qualche esempio, è il caso delle macchine da guerra di Guido da Vigevano, delle macchine di Mariano di Iacopo detto il Taccola e di Francesco di Giorgio, dei disegni di Leonardo da Vinci e delle attrezzature metallurgiche di Vannoccio Biringuccio e di Giorgio Agricola.

In molti di questi casi i disegni, pur essendo ancora dei ritratti, non erano realizzati per rimanere sulla carta ma, insieme alle informazioni quantitative espresse verbalmente, dovevano veicolare l’idea del dispositivo tecnologico ed offrire all’esecutore le indicazioni principali per la costruzione della macchina. La ricostruzione dei modelli virtuali di queste macchine, oltre alla verifica delle loro possibilità di funzionamento sul piano cinematico, costituisce anche un banco di prova per testare l’efficacia delle strategie di comunicazione, grafiche e linguistiche, attraverso le quali venivano veicolate le conoscenze tecniche.