Replica di un microscopio del Divini del 1672

03/10/2015

Replica di un microscopio del Divini del 1672

Moderne tecnologie al servizio del sapere artigianale

 

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Il gruppo di ricerca ArtesMechanicae ha realizzato, su commissione dell’Università degli Studi di Padova, una replica del microscopio composito che Eustachio Divini costruì, come inciso sul treppiede di ottone, nel 1672. Lo strumento originale, l’unico oggi conosciuto di questo genere, fa parte della collezione del Museo di Storia della Fisica dell'Università di Padova. Un esemplare simile fu mostrato alla Royal Society e recensito su Philosophycal Transaction nel 1668.

È uno strumento singolare: il corpo telescopico è composto da quattro sezioni cilindriche scorrevoli, delle quali quella inferiore è caratterizzata da una regolazione a vite che permette di variare l’altezza dell'intero strumento. La sezione inferiore sostiene anche l'obiettivo. Questo strumento è l'unico di queste dimensioni costruito da Divini: completamente esteso ha una lunghezza di circa 50 cm. Le lenti non sono più presenti, la replica dunque, in una prospettiva filologica, è stata limitata al corpo dello strumento e alle decorazioni esterne.

Sono state fatte due scelte fondamentali. La prima è stata quella di non riprodurre i segni caratteristici dell’usura e dell’invecchiamento, in modo da ottenere una replica esatta in ogni dettaglio, ma chiaramente distinguibile dall'originale.

La seconda scelta è stata quella di realizzare la struttura interna non in cartone, come l'originale, ma utilizzando dei cilindri in resina stampata attraverso un processo di prototipazione rapida. Utilizzare un materiale sconosciuto nel XVII secolo permette di identificare chiaramente il microscopio come una replica. Inoltre, il materiale sinterizzato presenta il vantaggio di migliori caratteristiche meccaniche, permettendo allo stesso tempo un controllo dimensionale vicino al centesimo di millimetro.

Muovendo da queste premesse, l’attenzione si è focalizzata sulle parti esterne, nel tentativo di riprodurle con accuratezza filologica.

Si è proceduto ad un accurato rilievo fotografico della superficie esterna, finalizzato alla ricostruzione delle textures delle decorazioni. Da questo è stato tratto un primo modello 3D dello strumento impiegando il software "123D Catch" da Autodesk. Il modello è stato poi perfezionato attraverso una preciso rilievo dimensionale.

 

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Analisi dei materiali e delle finiture:

il materiale di rivestimento dello strumento originale è pergamena. Tuttavia si è deciso di procedere utilizzando pelle, a causa del fatto che una pergamena adeguata, sufficientemente flessibile da essere facilmente arrotolata su cilindri di diametro inferiore a 10 cm ottenendo un risultato stabile nel tempo ai giorni nostri non esiste più.

Il disegno delle decorazioni e il loro esatto layout sono stati ricostruiti attraverso un software di grafica vettoriale.

Le decorazioni in foglia d'oro sono state realizzate da un artigiano specializzato, che ha deciso di procedere a mano con dei cliché. Le decorazioni sono state realizzate in piano anche se un'accurata analisi dello strumento originale ha portato alla convinzione che almeno parte della decorazione è stata fatta con il rivestimento già applicato sui tubi; la decorazione infatti prosegue senza soluzione di continuità attraverso le giunzioni.

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Le parti in legno sono state realizzate con legno di bosso, finite poi con della cera in modo da assumere il medesimo tipo di aspetto dell'originale. La parti originali presentano infatti alcuni segni artificiali molto marcati, forse realizzati in un periodo successivo; i telescopi del Divini conservati al Museo Galileo di Firenze non hanno tali segni, mostrando invece il colore naturale del bosso. Una questione interessante è rappresentata dalla difficoltà incontrata nel reperire un pezzo di bosso di diametro adeguato, quasi 90 mm. In Europa alberi così grandi non esistono quasi più, dato che ci vuole un centinaio di anni perché un bosso raggiunga un diametro di dieci centimetri. È stato invece utilizzato del bosso brasiliano, una varietà più morbida.

Il tubo inferiore ha all'esterno una vite, una striscia di cuoio avvolta in forma di spirale; la madrevite in carta e cartone è sorretta da un treppiede in ottone. Questo sistema di regolazione permette precisi spostamenti verticali.