Camera per la condensazione dei vapori di mercurio (Pirotechnia p. 24v)
Quando il mercurio è legato ad una "pietra ben commista, sonno alcuni che fanno una stanzetta piccola con una volta a botte, ouero a catino non di molta grandezza, ma benissimo intonacato, e di sotto fanno uno spazzo che penda al quanto in verso il mezzo, nettamente murato, e d'accanto dentro alla grossezza del muro, fanno uno o più fornelli in tal modo adattati, che le bocche per le quali s'ha da dar fuocho venghin fuor de la stanza e sopra a li fornelli vi muran dentro tanti pignati quanti ne potran contenere, e gli empino di detta miniera in poluare, o redutta in molti pezzetti. Et di poi infra la volta della stanza e lo spazzo fanno uno infraschato di frasche d'arbori verdi e serran bene la finestretta e l'entrata che niente ne possa respirare, e di poi dan fuocho alli forni, e così il mercurio sentendo il caldo del fuocho come suo contrario vuol fuggire, e euaporando saglie e esce fuor de la boccha de vasi, quale per sentire certa freschezza che porgen le foglie di quelle frasche a esso conforme corre e esce e vi s'attaccha sopra. Per il che poi quando il pratico artefice pensa o crede che de la sua materia che misse nei pignatti la sustantia del mercurio sia tutta uscita, lassa spegnare il fuocho e il tutto benissimo raffreddare, e di poi entra in detta stanza, e anchor chel mercurio per la sua ponderosità da per sé delle frasche doue è attaccato caschi buona parte nelo spazzo scrullano le predette frasche, e quel che non fusse caschato il fan cascare, e di poi nettamente dalo spazzo il ricoglieno, e per questo modo van continuando per fin che hanno miniera." (Pirotechnia, p. 24v).