Forno per la preparazione e lavorazione del vetro (Pirotechnia, p. 42v)
Una volta ottenuta la "fritta", cioè il vetro grezzo di prima fusione, la si frantuma in piccoli pezzi per sottoporla ad ulteriore fusione di affinazione. "Hora per finirla di purgarla fa una fornace di forma tonda murata di matton crudi fatti di terra che non fonda né calcini per fuocho chel diametro del suo voto sia braccia quatro in circha, e alta sei, adattata in questo modo. Prima sia in essa adattata in via del fuocho che coduca le fiamme in mezzo dela fornace, e attorno al circolo da basso vi si fa una ingrossatura d'un tre quarti di braccio, sopra la quale vi s'ha da possare li conconi che hanno a tenere il vetro, e questa deue esser alta da terra un braccio in circha, e a torno per posamento dela volta visi fa cinque, over sei archetti ben fatti, sotto li quali visi fanno le buchete da poter veder dentro e pigliare il vetro per lauorarlo quando si vuole, e dipoi sopra si segue la volta e si copre il vetro, e solo in mezzo visi lassa d'aperto una buchetta d'un palmo o mancho, e sopra a questa volta anchor si fa un'altra volta che serra e copre il tutto alta da quella prima un due braccia, perché faccia el forno di reuerbero, nela quale è il refredatorio de lauori che si fanno. Perché se in questo non receuessero un certo temperamento d'aere tutti li vasi sentendo il freddo come finiti gli hauessero si romperebbeno, e a questo si fa uno aperto dela banda di drieto, ritratto a tromba che dal piano che è dentro intorno sopra alla volta doue si posano li lauor fatti, con un ferro longo tutti ad uno ad uno fredi destramente in tre o quatro volte acostandoli alla boccha si tira fuore" (Pirotechnia, pp. 42r-42v).