Elevatore mobile
Dal Virgilio riccardiano, Ms. Ricc. 492, f. 72r.
Impiego
Edilizia, carico e scarico.
Motore
Argano manuale a doppia ruota.
Descrizione
Gru con struttura piramidale a base quadrata e che poteva arrivare ad avere una altezza nell’ordine dei 10-12 metri. Macchine elevatrici con strutture analoghe si trovano rappresentate nei quaderni e nei trattati degli ingegneri toscani a partire dalla metà del Quattrocento (es. Taccola) e successivamente anche in manoscritti provenienti dall’area tedesca, ma nessun ingegnere riproduce questo elevatore nelle modalità presentate da Apollonio di Giovanni, autore della miniatura in questione. Questa gru è una macchina da cantiere molto semplice che trova l’unico elemento di complessità meccanica nel braccio verticale regolabile in altezza. La mancanza di un paranco limita notevolmente la potenza di questa gru quando il carico è sollevato dall’argano centrale. Tuttavia, l’eventuale presenza di quella che nella miniatura pare poter essere una seconda puleggia nella parte posteriore dell’antenna, farebbe pensare ad un duplice utilizzo della gru in funzione dell’entità del carico, integrandola con un argano esterno – forse sul modello di quelli a ruota calcatoria - nel caso in cui fosse richiesta una potenza maggiore. La cornice di base, su cui sono montate le ruote, è priva delle traverse anteriore e posteriore, forse per permettere alla gru di avanzare e retrocedere sull’area di lavoro, o per agevolare il lavoro alla sua base. La gru è rappresentata nell’atto di posizionare un blocco di pietra sulla facciata del palazzo Medici-Riccardi: le dimensioni della pietra sembrano non essere congruenti con la capacità di carico della gru utilizzata con l’argano centrale.